di Giulio Gavinelli, Giulia Gavinelli e Ilaria Marcazzan
“Sempre in cammino, Mai sradicati” è il motto che ci ha accompagnato nel nostro secondo Pellegrinaggio della Fiducia organizzato dalla Comunità di Taizé a Breslavia (Wrocław) in Polonia. Dopo essere andati l’anno scorso a Madrid non abbiamo esitato a partecipare anche quest’anno, seguendo l’invito di Papa Francesco:
Possiate scoprire insieme quanto il radicamento nella fede vi chiama e vi prepara ad andare verso gli altri, a rispondere alle nuove sfide delle nostre società, in particolare i pericoli che pesano sulla nostra casa comune.
Ad accompagnarci lungo il nostro cammino, oltre al freddo, sono stati i tipici momenti di preghiera e silenzio che hanno coinvolto circa 15.000 persone. Il cuore del Pellegrinaggio è stato ancora una volta l’incontro con tante persone di diverse nazionalità che ci hanno resi indubbiamente più ricchi: in primis le famiglie polacche che ci hanno ospitato e scaldato con la loro generosità e poi tutti i ragazzi incontrati durante i gruppi di riflessione.

Dopo i polacchi, gli ucraini sono i più numerosi, ma in gran numero erano presente anche italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi, rumeni e molti altri, anche gruppi dal Libano e dal Giappone. Oltre a tutto ciò abbiamo scoperto una bellissima città, famosa per i suoi ponti, dal clima freddo ma dal cuore caldo.



In tutti i nostri paesi, siamo portati a ricevere coloro che vengono da altrove, a volte da molto lontano. Questo ci sconvolge e può renderci insicuri. Allo stesso tempo, ci arricchisce enormemente. Per affrontare queste grandi sfide di oggi, dobbiamo sapere dove appoggiarci. In questi giorni, ci lasciamo ispirare da questa parola: “Sempre in cammino, mai sradicati”. Essere sempre in cammino non significa vivere in un’instabilità permanente, abbiamo bisogno di mantenere le nostre radici piantate in una realtà che non cambia. Recentemente ho parlato con una volontaria che è a Taizé per diversi mesi. Viene dal Giappone e ha fatto parte delle equipe che vanno in aiuto alle vittime dello tsunami nella regione di Fukushima. Sento ancora le sue parole: “Laggiù ci sono così tante persone sradicate, hanno perso tutto”. A volte ci sentiamo così impotenti di fronte alla sofferenza. Ricordiamoci allora che la preghiera è per noi un cammino sempre aperto. Affidare a Dio un’altra persona o una prova che stiamo attraversando noi stessi, cambia qualcosa? Non lo sappiamo, e fortunatamente non possiamo misurare la risposta di Dio alle nostre preghiere. Dio supera di gran lunga i nostri calcoli.Ma una cosa è certa: affidando tutto a Dio, entriamo in profonda solidarietà con il prossimo, ci uniamo alla solidarietà di Cristo stesso che soffre oggi con colui o colei che sta attraversando una prova. La preghiera ci mette in cammino, ci rende responsabili degli altri e di noi stessi.
Frère Alois
